Con novemila euro cinque under 30 hanno aperto un negozio di accessori per smartphone: ora hanno 70 punti vendita e inaugurano una nuova catena
Il progetto che ha reso cinque amici bresciani sotto i trent’anni proprietari di una catena e di un’altra in rampa di lancio non stupisce per creatività: nessuna innovazione da Silicon Valley, niente colpi di scena alla Steve Jobs, manca pure un nerd alla Mike Krieger, fondatore di Instagram. Pragmatismo e novemila euro in cassa. Obiettivo: vendere cover e accessori per smartphone in piccoli negozi, tutti in centro città, per evitare di andare al centro commerciale o di comprare su internet. Il primo «Cover Store» l’hanno aperto nel 2013 in via Antiche Mura, Brescia, meno di quindici metri quadri tra superficie espositiva e magazzino. «Oggi abbiamo 58 negozi in franchising e 12 di proprietà. Non volevamo fare gli imprenditori, semplicemente abbiamo aperto un punto vendita e le persone hanno iniziato a chiamarci da tutta Italia. Con i primi introiti abbiamo comprato i macchinari per stampare le cover abbattendo i costi e il resto è venuto da sè», spiega Andrea Bosetti. E se un giorno nessuno volesse più cover? «Già nel 2013 ci dicevano che il progetto non avrebbe sfondato, comunque l’idea di un franchising di piccoli negozi in centro città è replicabile su qualsiasi prodotto, non c’è nessuna innovazione». I conti sorridono, i locali sfitti nei centri città abbondano e c’è spazio per una nuova scommessa: proprio di fianco ai punti vendita già esistenti gli imprenditori apriranno dei negozi dedicati alle riparazioni di smartphone e tablet e alla vendita di accessori per le videocamere Gopro.
La nuova scommessa
«La catena si chiamerà Officina, abbiamo già aperto un punto vendita a Modena, presto inaugureremo a Brescia, Savona e Urbino. È un test ma vogliamo essere un’alternativa in una nicchia finora coperta dagli imprenditori cinesi nelle zone storiche e dalle big della telefonia nei centri commerciali. È impossibile fare concorrenza di prezzo agli imprenditori asiatici quindi il target sarà quello dei clienti di un normale Apple Store: punteremo sul contatto umano e il bisogno di attività simili nei centri città. Tutti hanno uno smartphone, oltre a vendere accessori ripareremo i telefoni rotti proprio di fianco».
I numeri del business
Se Officina reggerà l’urto della concorrenza gli imprenditori, Andrea Bosetti, Gianantonio Bannò, Mirko Galizia, Alessandro e Gianluca Coco replicheranno fedelmente il modello della catena fondata nel 2013. I Cover Store hanno messo bandiera in Italia, Croazia, Olanda, Spagna, Finlandia e Russia, con cento negozi operativi nel 2016 gli imprenditori stimano un fatturato di cinque milioni di euro, nel 2015 sarà a ridosso dei tre e mezzo. «Siamo giovani e sentiamo una forte responsabilità verso tutti i 35 dipendenti, per questo reinvestiamo il 100% degli utili. Ci hanno proposto di vendere l’azienda ma alla nostra età non vogliamo tirare i remi in barca. Il nostro segreto è puntare su un forte advertising attraverso i social Facebook e Instagram, il resto lo fanno gli addetti alle vendite e le strette di mano: visitiamo costantemente ogni punto vendita. Mai perdere di vista il contatto umano, soprattutto nell’era degli smartphone».
Tratto da Il Corriere
Cinque amici e un negozio di cover: da 15mq a un franchising europeo
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